ARTURO WiILLIAM DAZZI (1881-1966)
Arturo Dazzi nasce a Carrara il 31 luglio 1881. Il marmo fa subito parte della sua vita: sbozzatore nel laboratorio del padre, dal 1892 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara dove completa gli studi nel 1899.
Dimostra sin da subito la sua propensione per la scultura vincendo, uo nel 1901 ed uno nel 1905, due pensionati artistici con cui si aggiudica in premio un soggiorno a Roma per approfondire le sue conoscenze.
Nei primi del ‘900 sull’onda dell’entusiasmo di una Roma fervente partecipa a numerosi concorsi, lavora a Genova e Livorno ed espone alle Biennali
internazionali di Venezia del 1926 e del 1928.
Nel 1926 sente il richiamo della terra natia e lascia Roma. Risale a questo periodo la frequentazione assidua del gruppo del Quarto Platano, in oltre, la sua casa di Vittoria Apuana diventa luogo di ritrovo per amici, critici ed artisti, come il caro amico Carlo Carrà.
Nel 1929 viene nominato professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Nella Quadriennale romana del 1945 sorprende la critica con la sua produzione pittorica, finora inedita.
Il suo stile scultoreo deciso, eroico, di “nuovo” classicismo, che esalta il lavoro e l’uomo, è particolarmente apprezzato durante il regime fascista:
nel 1937 ottiene la nomina di Accademico d’Italia.
Nel 1939 all’ Esposizione Universale di New York realizza l’opera centrale del padiglione italiano.
La caduta del Regime determina la chiusura di molti dei cantieri in cui Dazzi lavora, tra cui quello della Stele Marconiana a cui l’artista tiene maggiormente. Per la sua adesione agli ideali fascisti subisce l’esilio in Maremma fino al 1947, quando torna a Forte dei Marmi. Gli anni seguenti sono difficili: nessuno è più interessato ai suoi progetti e Dazzi cade in una crisi ideologica e creativa.
Nel 1954 riprende a lavorare alla Stele Marconiana; l’inaugurazione solenne (11 dicembre 1959) decreta la sua riabilitazione tra gli artisti italiani.
Durante gli anni Sessanta segue diverse committenze fino alla morte (15 ottobre 1966).
Nel 1986 la moglie Andreina Vannoni dona le opere dello studio Dazzi al Comune di Forte dei Marmi, le quali, conservate nel deposito di Villa
Bertelli, sono oggi esposte in una mostra dedicata all’artista.