ARTURO TOSI (1871-1956)
Nasce il 25 luglio del 1871 a Busto Arstizio. Appassionato sin da giovanissimo alla pittura inizia ben presto i suoi studi: prima presso lo studio del pittore Ferraguti Visconti e successivamente a Milano, frequentando l’Accademia di Brera.
Conclusi gli studi dimostra con i suoi dipinti una perfetta acquisizione dello stile caratteristico della scapigliatura lombarda. Nel 1891 espone una sua opera nell’occasione della Permanente di Milano, Testa di bambina, che suscita l’interesse di Vittore Grubicy con il quale Tosi instaura una profonda amicizia.
Nel 1909 espone alla Biennale di Venezia, a partire da quell’anno parteciperà a tutte le edizioni fino al 1956.
La conoscenza dell’impressionismo lo porta a sviluppare un interesse per la pittura di paesaggio, in particolare, sfruttando la tecnica del en plein air unita però all’ambiente della scapigliatura lombarda conferendo, in tal modo, uno stile caratteristico alla sua pittura.
Durante l’arco della sua attività professionale, dipinse prevalentemente paesaggi e nature morte, con una capacità di cogliere soluzioni di ampie spazialità e una sensibilità romantica esaltata dal sapiente uso del colore.
A partire dal 1922 ha inizio la sua fortuna espositiva in Europa: Milano, Berlino, Parigi, Zurigo, Lipsia, Brighton, Dresda, Vienna, Bruxelles e molte altre.
Nel 1925 è tra i fondatori della corrente artistica del Novecento, consolidata dalla partecipazione alle mostre della Permanente a Milano del 1926 e quella del 1929.
La fortuna artistica di Tosi è costante: nel 1931 è premiato dalla Condazione Crespi alla I Quadriennale di Roma, lo stesso anno a Parigi con il Grand Prix della pittura (a cui tornerà nel 1937 per partecipare all’Esposizione Mondiale), nel 1941 e nel 1942 espone al Premio Bergamo, nel 1949-50 al progetto della collezione Verzocchi con un autoritratto e l’opera Terre arate (ad oggi nella Pinacoteca Civica di Forlì).
Nel 1951 il Comune di Milano gli dedica una mostra antologica con in premio una medaglia d’oro alla carriera. Sarà l’ultima grande esposizione prima della sua morte nel 1956.
Come mostra postuma la biennale di Venezia gli dedicherà una mostra commemorativa con l’esposizione di sessanta opere autoriali.