Con la caduta del regime fascista, dopo un periodo di esilio, Dazzi torna a Forte dei Marmi nel 1947, dove affronta una crisi identitaria dettata da dubbi e incertezze.
Un tentativo fallito di riprendere i lavori alla Stele Marconiana abbatte ulteriormente l’animo dello scultore.
Nel 1947 la fabbrica di San Pietro indice un concorso per la realizzazione di cinque nuove porte.
Dazzi, desideroso di riabilitare il suo nome, porta il tema della Storia della Chiesa con molta semplicità e poche decorazioni, di modo che, in uno spazio così ristretto possano dominare le figure, senza però la forza caratteristica della sua scultura.
Da notare come nei bozzetti delle Formelle l’attenzione ricada sulla figura centrale, che non trasmette alcuna emozione e le restanti figure che la circondano risultino anonime e piatte.
Si coglie tutta l’incertezza interiore del travagliato periodo dell’artista. Il progetto, infatti, non convince la commissione e risulta escluso alla nomina dei vincitori nel 1950.
Benedetta Veschi
Storia
A. V. LAGHI, Arturo Dazzi scultore e pittore, Pacini editore S.p.A, Pisa, 2012, p.144-145
A.V. LAGHI, Arturo Dazzi 1881-1966, Roma-Carrara-Forte dei Marmi catalogo della mostra Arturo Dazzi 1881-1966, Roma-Carrara-Forte dei Marmi, Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi, Roma 16 ottobre 2016 – 29 gennaio 2017, p.92-95
A. V. LAGHI, Arturo Dazzi. Dipinti e sculture della donazione Dazzi di Forte dei Marmi, maschietto editore, Firenze, 2002, p.129