Giardino è l’emblema del cambiamento nella pittura di Dazzi dopo il suo trasferimento in Versilia: «Lasciai Roma e me ne venni a Forte dei Marmi. […] Questa terra chiara, serena, le mie Apuane, mi rinnovarono spiritualmente. La mia natura aveva trovato il suo paradiso».

Dazzi, affermato scultore, si apre sempre di più alla pittura; questo passaggio radicale si manifesterà nella Seconda Quadriennale d’arte Nazionale del 1935.

In Giardino possiamo notare il gioco dei colori in un uso di una tavolozza di verdi che si illuminano di bagliori, come in una giornata assolata, accompagnati da pennellate guizzanti e calde. Lo scorcio intimo del giardino della casa in via Canova a Vittoria Apuana.

La pittura di Dazzi presenta forti richiami all’impressionismo, in quanto l’artista ama dipingere en plein air; al tempo stesso, presenta influenze di macchiaioli e futuristi. Non per niente, in quegli anni, si andava affermando un nuovo stile pittorico italiano.

Benedetta Veschi

Storia

A. V. LAGHI, Arturo Dazzi scultore e pittore, Pacini editore S.p.A, Pisa, 2012, p. 100-101

A.V. LAGHI, Arturo Dazzi 1881-1966, Roma-Carrara-Forte dei Marmi catalogo della mostra Arturo Dazzi 1881-1966, Roma-Carrara-Forte dei Marmi, Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi, Roma 16 ottobre 2016 – 29 gennaio 2017, p. 92-95

A. V. LAGHI, Arturo Dazzi. Dipinti e sculture della donazione Dazzi di Forte dei Marmi, maschietto editore, Firenze, 2002, p. 74

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