Nel 1933, anno di esecuzione del ritratto, Savinio si divide tra Parigi e Milano, dove trova il sostegno del gallerista Vittorio Barbaroux, tra i pochi a promuovere l’artista in un periodo di difficoltà economica. Descrivendo l’attività ritrattistica Savinio afferma: “I ritratti non si chiedono più ai pittori, ma ad alcuni specialisti dell’eufemismo. L’uomo non ha più il coraggio di sopportare un giudizio su sé stesso e tanto meno di pagarlo.” (Savinio, Galleria del Milione, 1940).
La donna ritratta è probabilmente Lyda Romanoni, moglie del barone Pietro De Francisci, Ministro di Grazia e Giustizia e Rettore dell’Università di Roma negli anni del fascismo.
Il dipinto è testimonianza dell’inserimento di Savinio nell’ambiente della capitale, prima della mostra personale del 1934 alla Galleria Sabatello di Roma. Tuttavia, la presenza dell’opera nell’archivio di Savinio lascia supporre, se non un rifiuto da parte della committenza, un incontro non fortunato tra l’artista e la potente famiglia.
La marcata androginia della figura, indice del legame di Savinio con gli ambienti dadaisti e surrealisti, può non aver incontrato il gusto alla baronessa, la quale si dilettava nel dipingere iconografie sacre in stile rinascimentale.
Il dipinto è un magistrale brano della pittura di Savinio che condensa nell’opera riferimenti ai maestri europei del ritratto: la seduta rimanda all’Innocenzo X di Velasquez, alludendo all’autorità del soggetto ritratto, mentre a Vermeer si deve il motivo dell’orecchino di perla e la scelta delle tonalità gialle e blu. In particolare, il ricordo del turbante della Ragazza con l’orecchino di perla viene dislocato da Savinio nel dettaglio della sciarpa dorata, quasi questa fosse la materializzazione in colore dalla luce che colpisce l’orecchio e il collo della figura. La presenza del balcone, inoltre, collega tempi e spazi diversi della storia del ritratto, dalla tradizione ottocentesca alla sua rielaborazione attraverso il rapporto tra figura e ambiente di cui Boccioni fu maestro. L’opera è dunque il pretesto per una dichiarazione di poetica che riflette sulla storia del genere ritrattistico, nel suo passaggio tra tradizione e modernità.
Deianira Amico
Storia
Catalogo generale, Alberto Savinio, a cura di P. Vivarelli, Electa, Milano 1996, n. 1933-7, p. 150.