L’opera evidenzia l’abilità dello scultore nell’uso del disegno per catturare la forza imponente dell’animale. Il toro è ritratto di profilo, con la testa leggermente rivolta all’indietro, un atteggiamento volto a sottolineare la struttura corporea e la tensione muscolare dell’animale. La massa del corpo comunica una sensazione di movimento imminente, come se il toro potesse girarsi o avanzare da un momento all’altro. Questo senso di energia in potenza è uno degli aspetti che rende il disegno di Messina particolarmente rappresentativo della capacità dell’artista nel coniugare precisione tecnica e profondità espressiva.

L’uso del carboncino permette allo scultore di cimentarsi nel chiaroscuro esplorando una vasta gamma di toni, dal nero più profondo ai grigi più tenui, conferendo alla texture della pelle, alla resa delle sue pieghe, una varietà che mostra la padronanza dell’artista nel coniugare realismo e manierismo, osservazione del vero e utilizzo di modelli iconografici della tradizione, tra cui i celebri contorcimenti di animali di Paolo Uccello nella Battaglia di San Romano.

Deianira Amico

Storia

dello stesso artista