Il 28 luglio, a Villa Bertelli, arriva Vinicio Capossela con l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini. Alle 21,15 in punto, il cantautore italiano salirà sul palco della kermesse versiliese per esibirsi nel concerto “Orchestys” danze, salti e onde in tre tempi. Una tappa, questa, che fa parte del tour estivo di Vinicio ‘Musica libera per spostarsi, cacciare, accoppiarsi‘.
Nella bellissima cornice di Villa Bertelli, il particolare timbro di Vinicio Capossela sarà accompagnato da 50 musicisti, dando vita ad un concerto che promette forti emozioni. Ma, in attesa di vedere il menestrello di Hannover sul palco di Forte dei Marmi, andiamo a scoprire un po’ di curiosità su di lui.
Vinicio Capossela, l’infanzia e l’amore per la musica
Vinicio Capossela è nato ad Hannover (Germania) il 14 dicembre 1965 da genitori italiani originari dell’Irpinia. Quando era molto piccolo, la sua famiglia si trasferì in Emilia Romagna ed è qui che Vinicio ha trascorso la sua infanzia, avvicinandosi anche alla musica e alla scrittura. Il suo nome è un omaggio al fisarmonicista Vinicio (che compose molti dischi per la Durium negli anni ’60). Il primo approccio di Vinicio con la musica fu con l’organo che il cantautore sapeva suonare già all’età di 11 anni. Per un breve periodo, Capossela frequentò il Conservatorio, per poi buttarsi nel rock, con la band degli Hurricane. Ma la sua strada era un’altra e Vinicio se ne accorse poco dopo. All’ultimo anno di superiori, il menestrello italiano iniziò ad ascoltare Tom Waits: una folgorazione.
“Ero all’ultimo anno di superiori – raccontò in passato Capossela – mi misi ad ascoltarlo in classe, con il walkman, e da quel momento terminò il mio flirt con la chitarra elettrica e i gruppi rock: il mio interesse si spostò sul contrabbasso, sul sassofono, ma non era semplice trovare gente interessata a battere questa strada, perché tutti i giovani seguivano il rock”.
Vinicio Capossela e l’esordio nella musica
L’incontro che cambiò la vita di Vinicio Capossela, fu quello con Francesco Guccini che lo presentò al Club Tenco, lanciandolo a tutti gli effetti nel panorama musicale. Il primo album, All’una e trentacinque circa, uscì nel 1990 e portò a casa la prima Targa Tenco. Poi fu la volta di Modì, ispirato al pittore Modigliani, Camera a sud, Il ballo di San Vito, Ovunque proteggi e tanti altri brani che hanno appassionato il pubblico e incoronato Vinicio Capossela come uno degli migliori cantautori della sua epoca.
Vinicio Capossela tra musica e cinema
La musica e i testi di Vinicio Capossela hanno colpito anche il mondo del cinema. Il brano Che coss’è l’amor, ad esempio, è stata la colonna sonora sia de L’ora di religione di Marco Bellocchio, sia di Tre uomini e una gamba con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Vinicio Capossela ha collaborato con il mondo cinematografico, inoltre, anche nei panni di doppiatore. La sua voce è stata prestata per il film d’animazione Zarafa: la giraffa giramondo.
Vinicio Capossela e i riconoscimenti
Il cantautore, con il suo timbro vocale coinvolgente, con la sua musica, con i suoi racconti, con i personaggi che ha reso protagonisti dei suoi testi, ha meritato molti riconoscimenti, tra cui 4 Premi Tenco, un Riccio d’argento, un Premio Lunedì della Critica, un Premio De Andrè alla carriera e un Premio Piero Ciampi.
Vinicio Capossela e i libri
La sua capacità di raccontare storie, ha permesso a Vinicio Capossela di affermarsi non solo come cantautore e polistrumentista, ma anche come scrittore. Nel corso della sua carriera, infatti, ha pubblicato ben 4 libri: nel 2004 Non si muore tutte le mattine, nel 2009 In clandestinità, nel 2013 Tefteri e nel 2015 Il paese dei coppoloni. Tutti editi da Feltrinelli.
La presenza di Vinicio Capossela con l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini è senza dubbio una delle più attese al Festival di Villa Bertelli 2018. La sua musica, la sua complessità armonica, la sua voce affascinante, unite a fiati, violini e ottoni daranno vita ad un evento memorabile. Non ci sono dubbi.